Programma di Intervento per la Prevenzione dell'Istituzionalizzazione

P.I.P.P.I. (Programma di Intervento Per la Prevenzione dell’Istituzionalizzazione), il cui acronimo si ispira alla resilienza di Pippi Calzelunghe come metafora della forza dei bambini nell’affrontare le situazioni avverse della vita, è il risultato di un innovativo paradigma di azione pubblica, avviato nel 2011, tra il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e il LabRIEF (Laboratorio di Ricerca e Intervento in Educazione Familiare) del Dipartimento FiSPPA dell’Università di Padova, che gestisce una governance multilivello con le Regioni italiane. Università e Ministero sono a servizio dello stesso bene comune, orientando il sapere e le diverse attività formative verso il miglioramento della qualità dei servizi offerta ai bambini di 0-11 anni e alle loro famiglie.

Il Programma si propone di innovare e uniformare le pratiche di intervento nei confronti delle famiglie in situazione di vulnerabilità al fine di prevenire il rischio di maltrattamento/incuria e il conseguente allontanamento dei bambini dal nucleo familiare; il Progetto si articola intorno ai bisogni dei bambini tenendo in ampia considerazione la prospettiva dei genitori e dei bambini stessi nel costruire l’analisi e la risposta a questi bisogniIl programma si basa su alcuni punti irrinunciabili, in linea con quelli che la letteratura internazionale descrive come fattori predittivi di successo dell'intervento con le famiglie in situazione di vulnerabilità: fornire una risposta unitaria multidisciplinare ed ecologica ai bisogni di sviluppo dei bambini, letti all’interno del mondo di relazioni in cui i minori vivono; considerare l’evidenza scientifica secondo cui povertà e vulnerabilità impattano negativamente sullo sviluppo dei bambini e di conseguenza sulla formazione delle abilità cognitive, sociali e affettive.

Le attività di supporto del Progetto P.I.P.P.I sono intensive e realizzate in un arco di tempo definito (tra i 18 e i 24 mesi); i genitori e i bambini coinvolti partecipano alla definizione degli obiettivi del progetto personalizzato, migliorando la qualità della vita familiare e sviluppando un nuovo inserimento nel contesto sociale allargato.

Il Programma P.I.P.P.I consente a tutti di partecipare ad una progettazione di rete e supporto; la formazione di educatori e insegnati di Scuola facilita l’individuazione di bambini che possono ricevere una adeguata risposta ai loro bisogni di sviluppo, prevenendo gli esiti della negligenza genitoriale.

Nel nuovo Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2021-2023 P.I.P.P.I. è riconosciuto come Livello Essenziale delle Prestazioni Sociali (LEPS). L’implementazione di P.I.P.P.I., a partire dalla fine del 2021, si configura pertanto come lo strumento più appropriato per garantire, dopo la fase di disegno e approvazione, l’ingresso nella fase attuativa del Piano e quindi l’attuazione del LEPS relativo a “rispondere al bisogno di ogni bambino di crescere in un ambiente stabile, sicuro, protettivo e ‘nutriente’, contrastando attivamente l’insorgere di situazioni che favoriscono le disuguaglianze sociali, la dispersione scolastica, le separazioni inappropriate dei bambini dalla famiglia di origine, tramite l’individuazione delle idonee azioni, di carattere preventivo, che hanno come finalità l’accompagnamento non del solo bambino, ma dell’intero nucleo familiare in situazione di vulnerabilità, in quanto consentono l’esercizio di una genitorialità positiva e responsabile e la costruzione di una risposta sociale ai bisogni evolutivi dei bambini nel loro insieme” (Piano Nazionale Interventi sociali, scheda 2.7.4, p. 38).

In ambito scolastico, l’obiettivo è che l'implementazione di P.I.P.P.I. sia l’occasione per:

  • sperimentare processi di riconoscimento reciproco fra scuola, famiglie e servizi;
  • formare le competenze necessarie a lavorare insieme sia negli insegnanti che nei professionisti dei servizi;
  • arrivare a codificare buone prassi di relazione da attuare anche e soprattutto dopo la conclusione dell’implementazione;
  • favorire l’intercettazione precoce delle situazioni di vulnerabilità e consentire una “presa in carico”
  • efficace che garantisca a ogni bambino/a di affrontare l’esperienza scolastica in condizione di pari opportunità.

Le attività ammissibili a carico del programma sono a titolo esemplificativo le seguenti:

  • Rispetto alle spese dell’area 1 (gruppi genitori / bambini):
  • Conduzione gruppi genitori / bambini;
  • Sostegno psicologico/psicoterapeutico alle famiglie target;
  • Acquisto materiale formativo per attività connesse al dispositivo di intervento.
  • Rispetto alle spese dell’area 2 (educativa domiciliare):
  • partecipazione alle riunioni di équipe multidisciplinari;
  • sostegno alle attività di supervisione e di coordinamento;
  • acquisto di materiali didattici per attività connesse al dispositivo di intervento;
  • Spese per eventuale copertura assicurativa per le famiglie di appoggio;
  • Attività formative e di coordinamento delle famiglie di appoggio.
  • Rispetto alle spese dell’area 3 (progettazione e/o attività di equipe con la scuola:
  • Progettazione/realizzazione di interventi sul gruppo classe del Bambino/a target per la costruzione di una comunità scolastica positiva;
  • Sostegno alla collaborazione interprofessionale scuola/servizi;
  • Acquisto materiale didattico per attività connesse al dispositivo di intervento;
  • Sostegno al funzionamento della rete di scuole.
  • costi indiretti di gestione.
Ultimo aggiornamento: 16/03/2023 13:03